La Giornata del Rifugiato a Galatina
Per la prima volta a Galatina si è celebrata una giornata del rifugiato. Non c’erano moltissime persone ad occupare le poltrone del Chiostro dei Domenicani al Palazzo della Cultura, ma per chi l’ha vissuto è stato ugualmente un momento importante di consapevolezza su un tema complesso, necessario soprattutto adesso che abbiamo scoperto di essere anche noi un Paese mediamente razzista e questo soprattutto a causa della grande disinformazione che c’è intorno a questo fenomeno.
L’assessora Daniela Vantaggiato durante il suo intervento precisa che nei sei comuni del comprensorio di Galatina arriviamo appena ad 800 presenze di rifugiati e il sociologo Antonio Ciniero sottolinea che in tutta Europa si arriva appena allo 0,17% della popolazione totale: allora di che stiamo parlando? Dove sono questi grandissimi numeri? E inoltre, se la situazione è questa,come si giustifica il fatto che l’Europa in nome di queste immotivate paure sta di fatto attuando la sospensione dei diritti umani per questa fetta di popolazione?
Pensare che le barriere possano fermare le migrazioni è pura illusione perché le migrazioni, spiega il prof. Ciniero, sono lo specchio della nostra realtà e analizzando il contesto globale in cui viviamo vediamo che i rifugiati sono persone che partono da una condizione di povertà e di guerra e cercano di arrivare in una realtà dove ci sono maggiori risorse. Certo, le politiche influiscono enormemente sugli esiti di questi viaggi ridefinendo le traiettorie: per esempio, negli ultimi mesi ci sono stati più morti in mare perché sono state chiuse le rotte balcaniche che erano via terra,certamente più lunghe ma anche più sicure e si sa che attraverso il mare si muore.
Le migrazioni esisteranno finché esisterà un sistema economico e politico basato su sperequazioni della ricchezza allora,la domanda fondamentale diventa: che tipo di politiche nazionali e internazionali vogliamo? Chi arriva in Italia sappiamo che non vuole rimanerci perché sa in che condizioni economiche sta il Paese, tuttavia se il Trattato di Dublino obbliga il migrante a chiedere asilo nel primo paese in cui mette piede, allora il rifugiato si trova obbligato a chiedere asilo ad un Paese come il nostro che attualmente è anche l’unico insieme alla Grecia a non avere ancora una legge sul diritto d’asilo. Le migrazioni sono un fenomeno normale, non hanno nulla di eccezionale, diventano eccezionali nella misura in cui sono trattate da fenomeno eccezionale, nella misura in cui cioè si sospendono i diritti e questo in Europa non era mai accaduto dal 45 ad oggi. Parlare insieme e fare informazione corretta diventa fondamentale per superare la paura,riprende l’assessora Vantaggiato, ma è importante che iniziative del genere vengano promosse e condivise da tutti i soggetti pubblici e privati che si occupano del servizio immigrazione:chi viene accolto ha diritto ad un certo trattamento e noi dobbiamo garantire che venga fatto in un modo qualitativamente adeguato, perché non è ammissibile che chi viene accolto rimanga parcheggiato sei – sette mesi con nel progetto solo un corso di italiano.
Conclude don Mirko, infine, ricordando che il Salento ha vissuto un’altra ondata migratoria, quella albanese: per noi salentini un’esperienza forte che nel tempo ha migliorato il nostro stile di accoglienza ma ha anche portato benefici alla stessa Albania, che oggi grazie ai tanti migranti di ritorno in patria sta cambiando fisionomia e sta intraprendendo un percorso di sviluppo. Dove insomma gli immigrati vengono valorizzati,cessano di essere un problema e cominciano ad esprimere un potenziale di crescita enorme.
Egerthe Galatina
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