L’anelito di giustizia, soffio dello Spirito, alberga nelle periferie

Dalla periferia di Melissa alla periferia del 3°circolo di Galatina: un filo rosso che non si vuole spezzare. Il corteo in memoria della strage di Capaci ha percorso la città fino alla zona 167 e lì i ragazzi della scuola elementare e media hanno letto alcune frasi celebri. Poi, tra la commozione di tutti Anita Rossetti ha ricordato uno per uno i nomi dei magistrati assassinati e degli uomini e donne delle loro scorte. Paolo Borsellino dopo la morte di Falcone non ne voleva sapere di scorta e di altre vedove ed orfani, ma alcuni poliziotti si offrirono volontari.  Un genere di volontariato che mozza il fiato, che nobilita un lavoro spesso ignorato ed umilia la pratica della vuota beneficienza. L’altra sera in tv le immagini di questa Palermo immensa,  stretta sotto la pioggia, nel dolore, attorno alle bare di uomini che si tentò prima di uccidere nello spirito condannandoli all’isolamento e all’impotenza, poi con mezza tonnellata di tritolo si pensò di disperderne ogni singola cellula. Invece al funerale di Falcone una donna nella disperazione più viva urlava "il sangue dei giusti è seme"e stasera con Salvatore Borsellino in collegamento telefonico davanti al 3°circolo della zona 167, in silenzio, ognuno dei presenti credo abbia fatto all’altro la sua promessa:"io parlo per i giovani che non erano ancora nati quando mio fratello è morto, ed io non smetterò di parlare guardandoli negli occhi fino all’ultimo giorno della mia vita".

I nostri giovani hanno bisogno di amare, di essere recuperati alla fedeltà, a progettare e costruire cose che durino, a guardare il futuro senza averne terrore e malinconia, perché solo nella fedeltà si esprime una libertà autentica, solo attraverso la fedeltà permetteremo loro di gettare finalmente uno sguardo sull’eternità.

Stefania Tundo –Egerthe Galatina