I partecipanti all’intensa quattro giorni sono arrivati da tutta l’Italia,da Nord a Sud. I gruppi costituiscono un mondo colorato da molteplici esperienze, situate tra le parrocchie e le comunità di base, vissute da cattolici e da diversamente credenti. Il primo laboratorio aperto nel 1994 in alcune parrocchie veronesi, poi nelle case, col tempo ha intercettato gruppi di altre regioni segnati da esperienze brasiliane, finchè nel 1999,l’incontro in Italia con Carlos Mesters, fondatore del CEBI e Tea Frigerio sua collaboratrice, ha favorito la nascita di un coordinamento nazionale. Passo dopo passo si sono consolidate una Settimana Biblica annuale, che quest’anno si terrà dal 21 al 28 agosto al convento francescano di Galatone (Lecce), una scuola di formazione e un’assemblea nazionale triennale in cui si rinnova il Coordinamento che deve realizzare gli obiettivi individuati dall’Assemblea. A un convegno “galeotto”,Paolo, oggi membro del Coordinamento nazionale delle CdB,si innamora di Anna Caruso. Pure lei, insegnante, aveva lasciato la parrocchia per motivi analoghi e per amore lasciò anche Roma. Dopo le nozze, con altre famiglie di Verona si fecero coinvolgere dai nascenti Gruppi di Lettura popolare e col tempo, continua Paolo, «la presenza di un prete speciale ci ha permesso di tornare a confrontarci e a collaborare con ambienti ecclesiastici “ufficiali”: le Commissioni bibliche diocesane, il gruppo Caritas, le Acli. Lì mi sento accettato, anche se, rispetto alla tradizione, sono un diverso dal punto di vista religioso. A qualcuno scappa di chiamarmi “don”perché cito spesso le Scritture, questo fa parte del limite culturale che ci segna: chi cita le Scritture deve essere per forza un prete! » Tanti altri membri dei gruppi sono impegnati in ambito sociale, politico o ecclesiale. «Ognuno di noi ha una storia diversa: la lettura popolare della Bibbia ci fa sperimentare che, accogliendo questa diversità, realizziamo la presenza di Cristo tra noi, qui e fuori. Una delle sfide in Italia, a differenza del Brasile in cui questo metodo di lettura nasce tra il popolo, è aprirlo agli ultimi; a Verona lo stiamo tentando in carcere ».
Maria Pia Lucchi, di Valeggio sul Mincio, ha conosciuto la lettura popolare della Bibbia vivendo due anni in Brasile con il marito, Sergio Beiato, per un progetto di prevenzione al disagio giovanile con il Mlal (Movimento laici America Latina) e il Centro Missionario di Verona. In aspettativa lei dalla scuola e lui dall’Ausl, con Miriam di nove anni e Samuele di tre e mezzo, hanno proseguito in una forma diversa,nella diocesi di Rio Branco, l’impegno ecclesiale decennale condiviso con altre famiglie: «L’esperienza a Cà Fornelletti ci ha impastati per accogliere il dono della Provvidenza del Brasile, che per me è stata l’esperienza più forte dopo quella della mia maternità», confida l’insegnante. Tornata in Italia,tra il ’95 e il ’96,la coppia è stata tra gli iniziatori veronesi dei Gruppi di lettura popolare della Bibbia che prevedono percorsi anche per bambini e adolescenti, che da adulti si porteranno sempre nello zaino un’esperienza singolare di ascolto delle Scritture e di fraternità.
E dieci anni ha Susanna Marti di Galatina, che interviene disinvoltamente come fa nel Gruppo di Lettura popolare della bibbia di cui fa parte da oltre un anno: «Un giorno con la mamma sono capitata alla Messa presieduta da fra Ettore, ci è piaciuta e così abbiamo saputo che c’era un gruppo biblico che si trovava ogni settimana. Lì imparo molte cose del Vangelo e mi diverto».
Al secolo Ettore Marangi, il francescano, un cespuglio di riccioli,è guardiano della fraternità della chiesa di Santa Caterina a Galatina e vicario provinciale del Salento. Si muove tra la docenza di Teologia dogmatica alla facoltà di Santa Fara, l’impegno nel settore Giustizia, pace e integrità del creato nella Provincia francescana del Salento e la lettura popolare della Bibbia di cui ha favorito la diffusione anche ad Ostuni. Quest’ultima attività è nata anche per lui da un viaggio di stampo ecumenico in Brasile, preceduto in Italia da incontri infruttuosi con movimenti ecclesiali che avevano acuito l’esigenza di ricorrere in profondità alla Parola. «Nella mia ricerca mi è capitato di leggere un libro fondamentale, La Pedagogia degli oppressi di Paulo Freire. In Brasile,nel 2006,dopo un congresso dei francescani partecipai all’Assemblea mondiale delle Chiese di Porto Alegre e trovai sussidi biblici elaborati da Tea Frigerio. Mi dissi: è di questi che abbiamo bisogno. Incontrando anche Maria Soave Buscemi, la invitai con don Felice Tenero a tenere esercizi spirituali per i frati e cambiai gli strumenti dell’evangelizzazione. Oggi vivono quest’esperienza frati e laici».
A Galatina, il gruppo–una cinquantina di persone–pratica la lettura popolare in eucarestie altamente condivise e incontri che culminano in momenti conviviali «Da noi c’è un discorso contagioso, molto ampio; è bello vedere l’entusiasmo con cui ci si accosta al Vangelo, si vive la fraternità allargata e, non ultimo, si balla la pizzica. È una realtà diversa da Ostuni, dove il gruppo cammina da diversi anni anche da solo, prepara la Messa festiva e sostiene l’accoglienza dei migranti in un convento»
Sempre il Brasile è stato il veicolo di diffusione della lettura popolare nella diocesi di Pisa, dove sono attivi due gruppi in città e uno a Volterra. Racconta Mario Facchini, infermiere in pensione: «Una coppia di amici soggiornò sei mesi al monastero benedettino di Goias. Attraverso i padri Marcelo Barros e Celso Carpenedo abbiamo iniziato un cammino di spiritualità e creato una fraternità che ci ha portato a rafforzare la lettura popolare della Bibbia. Una volta l’anno facciamo una settimana di spiritualità e una di convivenza: Tea, Marcelo e Celso ci sostengono visitandoci periodicamente »
A Bologna, invece –a spiegarlo è Michele Zappoli –i gruppi riuniscono i credenti di molte regioni d’Italia e del mondo, come quello che si raduna a San Sigismondo e collabora con le realtà missionarie della città; o solo del Sud del mondo, come nel caso del gruppo latinoamericano ospitato alla chiesa dei Servi. Invece a San Bartolomeo della Beverara, nella prima periferia di Bologna, si raduna un gruppo di italiani. Accanto alla lettura popolare –a san Sigismondo si tiene il giovedì, preceduta dalla Eucarestia e dalla cena –si condividono momenti fraterni, convivenze e si organizzano conferenze e percorsi di formazione. Ascoltando queste storie ci si rende conto che l’esperienza della lettura popolare della Bibbia –ancora poco nota –è un regalo che i popoli latinoamericani hanno fatto alla Chiesa italiana che pensava di andare nel Sud per “portare” qualcosa. «Quest’esperienza capovolge l’idea di missione e invita a guardare al rapporto tra Chiese con sguardo diverso»,dice don Felice Tenero, tornato in Brasile nel 2008 come parroco dopo avervi soggiornato dal 1982 al 1992, e aver poi trascorso un periodo in Italia dove ha seminato l’esperienza brasiliana. «Dall’idea che noi andavamo a portare Cristo attraverso lo sviluppo, siamo passati all’idea dello scambio: loro sono Chiese ricche, hanno modi di vivere e talenti che potrebbero aiutare le nostre chiese in Italia; ma noi siamo ancora poco educati a ricevere. Dobbiamo maturare la consapevolezza che la proposta di Gesù Cristo si realizza nella diversità delle culture e dei popoli. D’altra parte, ormai il centro della cristianità, per numeri e vivacità, non sta in Europa ma nel Sud del mondo».
Il nuovo modo di leggere la Bibbia, continua il parroco, «ha educato le persone a tenere tra le mani la Parola, a gustarla insieme, anche senza l’aiuto di un “esperto”- che pure può offrire un contributo –perché a partire dalla vita tutti possono leggerla e aiutarsi a vedere le luci che la Parola può dare all’esistenza. Inoltre ha unito cristiani che erano ai margini della Chiesa, faticavano a riconoscersi in strutture ecclesiastiche, desideravano rinnovare la propria fede».
I Gruppi di lettura popolare della Bibbia sono entrati nella seconda decade del terzo millennio puntando a vivere la Parola attraverso l’esperienza comunitaria, obiettivo che perseguiranno sviluppando il lavoro di rete, rendendosi visita, riscoprendo il celebrare, valorizzando le differenze di genere e il discepolato di uguali.
Riflessioni, attività, appuntamenti sono raccolti nel loro sito (www.laparolanellavita.com). Di quest’obiettivo don Felice –che dal Brasile tiene i contatti con l’Italia attraverso un blog (donfelix8.blogspot.com) individua il cuore, comune ad ogni cristiana e cristiano di oggi: «L’opera a cui siamo chiamati è ritrovare la nostra identità: diventare discepoli e discepole di Gesù»
FONTE ARTICOLO:“Le Scritture in mano al popolo”di Laura Caffagnini pubblicato in Jesus,marzo 2011
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